Inizialmente rito di trance e possessione, l'arte Gnaoui è diventata world music capace di fondersi con la musica più esigente, incluso il jazz.
Il “Tagnaouite” ha avuto popolarità universale negli ultimi anni grazie in particolare al festival Gnaouas a Essaouira. È diventato - come il reggae - più che musica, un modo di vivere insieme, persino una visione del mondo. La vocazione della musica degli Gnaoua è originariamente una liberazione del discorso degli schiavi subsahariani islamizzati sul suolo marocchino. Il rito della possessione è un crescendo musicale a ritmo sempre più vivace, accompagnato dalla fumigazione del benzoino, con circa sei stazioni distinte riconoscibili dai loro valori cromatici: nero, blu, rosso, bianco, verde e giallo. Oggi, questa cultura in gran parte creolizzata si è aperta al mondo diventando “secolarizzata”, il che la rende molto attraente per molti musicisti, compresi gli afroamericani in particolare.
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